1. |
Adele che cade
03:56
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Adele che cade, cade
sopra gli errori commessi un'estate, cade,
sbagliò a mirare un bersaglio,
si prese in faccia un bel pugno,
disse: “Non lo farò più”.
Adele cammina, strana,
con la sua gonna gitana,
tiene qualcosa fra gli occhi rossi,
piange come una fontana.
L'ennesima volta che la picchia:
è proprio una bella sconfitta.
L'ennesima volta in ospedale
a dire: “Nulla di grave”.
La gente la guarda, strana
sarà che è stata lontana,
rinchiusa in casa una vita,
sola per quella salita,
mai che ci andasse un'amica.
Le scelte che ha fatto,
le cose che ha detto,
avere un'idea non significa
avere un difetto.
Difetto di forma, classe
forse pur anche di stile,
la gente gioca alle vite degli altri
cattivi pesci d'Aprile.
Se cadi ti ammazzi, Adele,
seppure farai del bene,
non tutti i mali nuocciono
ti aiuteranno a sanare le pene.
Adele che cade, cade,
ruzzola giù per le strade;
il suo paese lo dice:
“Non è mai stata Beatrice,
non è mai stata una santa”;
per festeggiare si mettono tutti appresso alla banda!
Hanno chiamato la banda
per festeggiare l'evento!
Hanno chiamato il prelato
per condannare contento!
Ora gioiscono tutti insinuano il tradimento!
Ora si schierano tutti
dal lato scuro dell'ignoranza,
sopra l'altare dell'arroganza,
mira la preda, prendi l'invidia,
scocca la freccia, veloci le dita!
Avere peccato è grave,
lo dice anche il giornale,
il gazzettino ufficiale sa sempre cosa è da dire.
Ma Adele ora sogna
non ha più vergogna
Essere donna non può voler dire
star sempre alla gogna!
Ruzzola ruzzola senza vergogna
giù per le scale
si farà male ma, sì,
si deve salvare.
Dicono la verità!
Possiedono la dignità!
Danno la loro opinione!
Loro sono brave persone!
Dicono: “Ma dove andrà?!
Sola non ce la farà!
Non è capace di andare!
Non è capace di osare!
Diamo una spinta, diamo una spinta,
diamo una spinta, diamo una spi...”
Adele ha un rimedio in mano
contro i suoi lividi neri,
contro gli schiaffi di ieri
contro gli amori non veri.
Adele è decisa, avvisa,
viene di nuovo derisa, “Cosa?”
le grida ancora qualcosa
l'uomo che non vuole più.
Prende la lama da taglio
di lui fa il proprio bersaglio,
affonda il tiro con forza,
non ce la faceva più.
Adele ha capito che
chi cade si rialza da sé,
Adele ha deciso che
se cade risponde per sé,
Adele ha capito che
nessuno l'aiuta a cambiare la vita che è.
La vita, per me la vita cos'è?
Liberi tutti, libera me.
Adele che cade, cade,
su quell'errore commesso d'estate, cade
ora ha mirato il bersaglio,
non sentirà più un insulto,
non lo rifarà mai più.
Ora non c'è più la banda,
le urla di quella folla,
solo silenzio giù in cella.
Ora che ha un'ora d'aria
si sente anche più bella.
Passa un carretto di filo cotone,
vero che sì? Sì!
Vero che no? No!
Vero che tu vuoi uscire da qui?
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2. |
Freak & Chic
02:58
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L' aria stasera sa di triste
in questa casa di persone mai viste.
Tanta la gente in allegria,
mangiano fiori di tabacco e ipocrisia.
Fumi di ignoranza in agonia,
vivono fra Chanel ed isteria,
credono nei santi e nei santoni,
al Parlamento senza opposizioni.
Mangiano bio e vestono un po' freak
considerando il tutto molto chic,
mormorano il lusso e l'alta moda,
mandano i figli al nord con grande foga.
Considerano il tutto molto alternativo
anche se non azzeccano neanche un congiuntivo!
Considerano il tutto molto alternativo
anche se non azzeccano neanche un congiuntivo!
Non soffron di modestia e di alcuna onestà,
vivono di espedienti, denigrando l'umiltà,
sono tra i civili i più degni di onori,
non chiedono tangenti ma somme di favori.
In fila nei teatri e davanti al marciapiede
curiosi di sapere una puttana quanto chiede,
puoi sentirli ruttare dietro a uno champagne
continueranno a darti lezioni di charme.
Se vi guardate in giro li riconoscerete
son uomini e signore di un certo spessore
faranno altre volte la rivoluzione
coi muscoli in palestra e la liposuzione.
Ed io che sono stufa di vedermeli davanti
preferisco stare a casa con le mani sui fianchi,
di rompergli la faccia avrei una gran voglia,
mi insegnano la vita dal basso della fogna.
Ed io che son già vecchia a venticinque anni
gliene direi quattro per sputtanar gli inganni,
ed io che son già vecchia, e Dio mi benedice,
“La migliore parola è quella che non si dice”,
ché Dio non paga il sabato, e debiti non ne lascia
e un dì la pargoletta farà la gran bagascia,
e loro figliuol prodigo costretto a ritornare,
farà il lavapiatti per potere campare.
Poiché hanno insegnato la rivoluzione
ma non hanno impartito la buona educazione,
si credono dei grandi, si credon degli eroi
sono riusciti in tutto, al contrario di noi.
L' aria stasera sa di triste in questa casa di persone già viste.
Tanta la mia malinconia
tanta che ho voglia di andarmene via
tanta che ho voglia di andarmene via
tanta che ho voglia di andarmene via.
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3. |
C. M.
04:21
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Ho deciso qui al bar
io vi invito a brindar
al mio ultimo giorno
per poter campar.
Un campari con gin,
noccioline e cin cin!
Ci vediam domattina
al caffe' Platti.
Aspetto soffice, sorriso intelligente
passo i miei giorni in un amaro far niente,
la solitudine e' una brutta malattia
che si annida infame dentro casa mia.
Sono ormai un' interprete in pensione
e ho qualche sintomo di depressione
da quando tempo addietro se n'e' andato
il mio caro marito tanto amato.
Ho una figlia che vive a Bordaux
ma non viene a trovarmi da un po'
sono mesi e mesi che l'aspetto
eppure a casa ho vuoti cinque posti letto.
Devo dire di si', non sono mai stata sola cosi',
non ho piu' niente da amare in questo mondo,
cosa ci faccio io qui a raschiare il fondo.
C'ho pensato un bel po', anche stamane,
sporgendomi sul Po
uscita dal palazzo art nouveau
mi avvio sul Corso a fare colazion.
Cappuccino, spremuta e una brioche
in questo posto chi non mi conosce?
Il cameriere serve tutto nel dehor
in questo posto dal fascino retro'.
Di questo caffe' sono una fan, un'abitue'
mi siedo tutta elegante,
donna di classe, per classe affascinante.
Ho caricato una vecchia pistola,
non so se scelgo la testa o la gola
mi chiudo in bagno, penso:”E' l'ultimo dolor”,
l'ultimo fiato, sparo un colpo e me ne vo'.
I vigili del fuoco, la polizia in borghese,
chi l'avrebbe detto mai? Sembra un film di Scorsese.
A una lettera ho affidato le mie ultime volonta'
solo non mi aspettavo tanta poca pieta':
la Pierina non abbassa le serrande:
“Che sara' successo mai di tanto importante?!”
Camerieri distratti, giacca scura e farfallino
cosi' ricorderanno l'ultimo mio cappuccino.
“Scusate bei signori, il bagno restera' occupato
da un cadavere di donna proprio appena esumato,
ma voi cari, fate pure, non prestatevi attenzione,
la scena del delitto non si vede dal bancone!”
Uno spritz, un martini con gin,
mentre esanime io sfilo fate pure cin cin
ora vi lascio al vostro aperitivo frizzante
con contorno di una morte affascinante.
No, rien de rien! Continuate a bere I vostri caffe',
continuate a servire chocolat,
mentre da poco io son morta di la'.
Continuate a far finta di niente,
mentre si muore per necessita'.
Io vi saluto, mi accommiato cordialmente
con discrezione,
Christine Melliant.
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4. |
La bella addormentata
03:29
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Se parlano di me e restano in disparte,
chi sopravviverà sul mio letto di morte?
Se dicono: “Chissà se vive ancora un poco!?”
senza sapere che non son morta per gioco.
Mi avevano promesso un posto fra i beati
purché io rimanessi a viver tra i dannati
per diciassette anni o qualche mese in più
da quando son sfuggita per un pelo a Belzebù.
Non seppi poi più scegliere tra la vita e la morte,
incerta sul da farsi rimisi la mia sorte
in mano a tanta gente che, incerta e disarmata,
mi prospettò una lunga ma alquanto dubbia vita.
Eppure ricordavo di aver detto a qualcuno
che mi fosse gradito non far pietà a nessuno
se come per incanto mi fossi ritrovata,
per scherzo del destino una Bella Addormentata.
La Strega della Scienza, tra l'altro, aveva detto:
“Nessun principe del reame la farà rialzar dal letto!”.
Il sonno era potente - lo so - è un'illusione
svegliar chi della Morte ha bevuto la pozione.
E goccia dopo goccia si è spento l'entusiasmo
di vedermi rifiorire come fior che sboccia a maggio,
e goccia meno goccia s'è spento anche il mio cuore
che dipendeva solo da una linda soluzione.
Rumore su rumore per le strade del Paese
come al solito è chi ama a farne più le spese.
Parlano ancor di me senza lasciarmi in pace,
come se fossi morta dissanguata sulla Croce.
Ma non è mio il Calvario, non è più mio il dolore,
la Bella se ne va senza nessun rancore.
Ma parlano di me senza farsi da parte
mentre da tempo ormai ho abbracciato la mia Sorte.
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5. |
Le parole che non ho
03:42
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“Non pensare a cosa dire
se non trovi le parole,
te le presto per capire
tutto il niente che ti dirò.”
Sono stata condannata
a una vita un po' troppo scontata,
conta poco poter dire
tutto ciò che non sento da un po'.
Con parole elusive
cercherò di riuscirlo spiegare
tra la rabbia, lo stupore
del più fondo, assordante rumor.
Ogni goccia di pudore
sopra il volto dell'anima,
ogni insulto, ogni ardore,
lento si risveglierà.
Sembra pozzo l'acquitrino
in cui anneghi mentre fai un inchino,
consenziente che non dire
potrà sempre salvarti da te.
Sarai amata, ritrovata
a una vita un po' troppo scontata,
per mostrare a un mondo vile
la più inutile forma di te.
Sono andate le parole
a educare proprio ogni mio umore,
ma nel fondo più profondo
pago il prezzo più alto per me:
ogni goccia di pudore
sopra il volto dell'anima,
ogni istinto d'emozione
so di averlo perso già
e parole più non ha.
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6. |
Destino Coatto
03:43
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In un'altra mezzanotte d'altri tempi, stanca e affranta,
meditando testi d'una scienza ormai ignorata,
ciondolavo già dal sonno,
quando piano un colpettìo fu sentito alla mia porta,
“Un visitatore troppo tardo”
bofonchiai solo questo,nulla più.
Sospirando, ansimando, ritornava
mentre il cuore, tremolando, s'agitava;
quella strana sensazione
di morire senza avere niente ancor da raccontare
m'assaliva mentre camminavo
alla porta solo il vento nulla più.
Solo un momento, non me la sento
non so ma mi manca il respiro!
Solo un momento, non sono pronta
non ho avuto il tempo di avvertire
chi di dovere, chi mi vuol bene
chi invece no! (Fiù!)
Solitaria nella notte si mostrava
una insolita figura straordinaria.
Non avrei creduto di tacere
allo sguardo sopraffatto del terrore,
una sconosciuta sensazione
precipizio dentro al quale poi cadrò. (Ah!)
Sono attenta, non mi inganni, resto sveglia
sulla soglia della mia coscienza
non credevo fosse così vero
poter perdere la testa nonostante fossi desta.
Non potrò dormire anche stanotte
la stanchezza chiude gli occhi ma non dormirò. No!
Potrei andare sul balcone all'aria aperta
fuori il cielo nero mi aspetta.
Voglio stare qui sulla ringhiera
e fissar da lì la porta della stanza
Non mi stenderò sul letto bianco,
lascerò andarmi indietro, e giù, così!
Sul precipizio, neanche un indizio
no, non lascerò che mi sorprenda!
L'uscio s'è aperto, presto mi affretto
mi troverà già tutta stecchita,
lascio la vita per farle “Prrrrrr!!!”
Quattro piani in due secondi, mica male.
Non ho neanche fatto un gran rumore.
No, non dormirò neanche stanotte
e nessuno, più nessuno mi sveglierà.
Quando arriverà la Morte Eterna
dovrà farsi un bel gran pianto,
l'ho battuta in uno schianto.
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7. |
100 grammi
04:44
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Sai quante volte
ho voluto sfiorare la morte?
Sai quanto orgoglio
per tenere su un corpo già spoglio?
È un vizio strano
che si nutre di amore profano,
una passione
che mi porta a guardar con orrore
tutto il mio corpo, tutte le membra
tutto l'amore ovunque provenga.
Tutto io tocco, le gambe ed il viso,
per pranzo solo un cucchiaio di riso.
Tolgo ogni giorno
un pensiero da ogni contorno,
sputo le scorie,
i residui delle mie memorie,
sto molto attenta
che nessuno con me se la prenda,
sto molto attenta
che nessuno con me se la prenda.
Sarò contenta, sarò onnipotente
se nutro d'orgoglio la volontà e la mente,
sarò perfetta, sarò trasparente,
mi vorrà bene un sacco di gente.
Sarò perfetta, sarò la migliore
per conquistare ogni sorta d' amore.
Quanto mi costa ogni vostro abbraccio?
100 dei grammi che vi do in omaggio.
Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue,
questi son gli occhi di un ego che langue.
Queste le mani, questo è anche il viso,
quel che rimane di un corpo diviso.
Questo il mio spirito e la mia mente,
più volte perduta, più volte perdente.
Questa la pelle, queste le ossa
da cui la vita è stata rimossa.
Sai quante volte
ho voluto sfiorare la morte?
Sai quanto orgoglio
per tenere su un corpo già spoglio?
È un vizio strano
che si nutre di amore profano,
una passione
che mi porta a morire d'amore.
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8. |
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Qui su un bus che corre fra i campi,
sull'asfalto di un grigio cielo,
corro anch'io senza guardarmi
e di pensiero in pensiero
sono già stanca alle dieci del mattino.
Coi capelli unti, neanche il tempo per lavarli!
La mattina – ogni mattina - un dramma per alzarmi,
e i sensi di colpa e l'inutilità
che ti senti addosso in odore di noia.
I miei propositi per diventare grande
li svendo cordialmente al primo passante.
Ho già vissuto l'età della coscienza,
ho sempre avuto anche troppa prudenza,
e usuratomi il cuore e la mente
ho solo voglia di stare fra la gente,
e adesso che ho una vita da rifare,
metto i sogni in borsa e me li leggo al mare.
Con tutti i miei sbagli, i vestiti un po' andati,
con gli occhi in lacrime e i sorrisi sguaiati,
io senza parole, io senza coscienza
mi dedico canzoni per non restarne senza.
Se questa storia non dovesse andarvi a genio
non me ne può più fregare di meno.
Questa è la mia canzone, è tutta per me
mi godo la rivincita e mi mangio un bignè.
Non dite che non mi amo o che odio il mondo attorno,
inutile come un biglietto “solo ritorno”.
Quell'indolenza che mi porto addosso
è solo una nuvola, solo una nuvola,
solo una nuvola di amore rimosso.
Non è che nessuno mi dedichi canzoni,
ma ne volevo una per me
che non mi sento come le altre al mondo,
che so che al mondo son milioni come me:
pazze, imperfette, esaltate, impotenti,
principesse stanche dei pretendenti,
di principessa non ho i modi né gli affetti,
eppure ho un'anima, eppure ho un'anima:
quella degli imperfetti.
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9. |
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Voltami la carta mentre gioco,
dimmi che se vinco è sol perché
tu mi farai illudere per poco
di avere un asso, una briscola, un re.
Colgo l'occasione per offrirti
un sorriso, un bacio, forse una poesia.
Tu te ne stai lì con quella faccia
ch'è un programma di scaltrezza ed ironia.
E mi dici: “Non hai niente da giocare.
Mi puoi cedere già tutto quel che hai!”.
Io ti dico che mi piace divertirmi,
perdere e far l'amor sino a sfinirmi.
E stasera al tavolino di quel bar
dove un giorno mi prendesti per mano,
mi fai perdere la voglia di morire,
sola, immobile ad aspettar la fine.
E tu ridi, interessato al tuo bicchiere,
bevi un rum che sa di legno, sa di miele.
Filosofeggio, tu mi fermi dicendo ch'è
troppo profondo per le ventitré.
Le tue mani, con le unghie che divori
con un fare concitato e un certo charme,
fanno smorfie di piacere se le muovi
raccogliendo una vittoria da bar.
E mi guardi con quel fare disarmante,
mi concedi una rivincita fallita,
dai le carte, poi ti perdi, mi domandi:
“Hai da fare per il resto della vita?”
E i discorsi, le congetture, le mie paure,
ogni insana, filosofica pazzia
si distrae all'improvviso e vola fuori,
m'abbandona, io la inseguo, vola via...
E mi guardi ridere impazzita,
nel mio riso hai già vinto la partita,
mi proponi un gioco sconosciuto,
il gioco dell'amore mai avuto.
Lalalà lalarala la là ...
Scivolan fra le mani leggere
l'oro, le spade, il bastone,
felice si riflette nel bicchiere
una donna di coppe senza nome.
E tu – ancora quella faccia impertinente -
ti compiaci dell'ingrato mio destino
che mi rende sfortunata anche stavolta
mentre brindi alla mia sorte al tavolino.
Ora è tardi, fuori è freddo, io non parlo,
ti avvicini per scaldarti verso me,
io riprendo un discorso senza senso
troppo profondo per le ventitré.
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10. |
Valzer per Licia
04:04
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Licia, la gente non sa
che tutto al mondo è vanità.
Licia la gente non sa
che questo tempo se ne va.
Licia, tu un giorno saprai
quel che nessuno dirà mai.
Licia, tu danza perché
sei nata alle nozze della figlia del re.
Gira, gira, giocaci ancor
in questa stanza con gli angeli d'or.
Chiudi gli occhi e sogna che c'è
dentro le stanze della figlia del re.
Gira, gira, giocaci ancor
con le tue mani a scoprire tesor.
Apri gli occhi e guarda che c'è
dentro le stanze della figlia del re.
Perle preziose, corone di fior,
più di un immenso tesor.
Piume, farfalle, odor di caffè
è stato fatto per te.
Ori, diamanti, anelli, bignè,
dolci biscotti da tè.
Sete d'oriente, odor di lillà,
rose, velluti, voilant!
Gira, guarda che cosa c'è:
tutto un tesoro attorno a te!
Niente ori, brillanti, voilant
solo l'amore di chi ti amerà.
Gira, gira, giocaci ancor
in questa stanza riempita d'amor
chiudi gli occhi e sogna perché
questo è il tesoro più grande che c'è.
Licia, tu sogna per sempre e come un sogno vivrai.
Vola col vento a novembre e ad ogni maggio nascerai.
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Roberta Gulisano Brighton And Hove, UK
Restless woman from the South, Roberta's background has deep roots in the heart of Sicily.
Grown up listening
to the Italian songwriting of 70s/80s, she approaches folk music as singer and dancer.
After studying Jazz, she starts songwriting, releasing her first album in 2012.
Her music is a mix of styles that combines perfectly with her sharp writing and charming voice.
... more
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